La presenza di muffa sulle pareti, gli intonachi screpolati, le classiche goccioline sui vetri, ed anche quel senso di disagio fisico e respiratorio spesso lamentato, sono tutti chiari segnali di un’eccessiva umidità. Una variabile ambientale che può incidere in maniera negativa sul benessere non solo proprio ma degli spazi in cui si vive, e che va, dunque, eliminata.
Migliori deumidificatori di Novembre 2024
Deumidificatori portatili e per barca e camper
Deumidificatori silenziosi
Vapore acqueo presente nell’aria, l’umidità varia, nella sua quantità, in relazione ai singoli locali: il bagno e la cucina, ad esempio, sono gli ambienti in cui generalmente si consuma e si produce più acqua, che rimane nell’aria sotto forma di vapore. Ma pure la zona lavanderia ed il ripostiglio registrano parecchia umidità, essendo privi di un ricambio d’aria. Non sempre si vede, l’umidità, ma c’è e si riesce a percepire. Come farvi fronte dunque? La risposta si chiama deumidificatore, valido alleato nella stagione estiva come in quella invernale, che – come dice la parola stessa – ha la funzione di deumidificare, cioè di togliere l’umidità in eccedenza nell’ambiente in cui viene collocato.
Prima di affrontare nello specifico l’argomento, è opportuno mettere in evidenza che l’umidità va sì eliminata, senza però eccedere nel senso contrario: anche un ambiente troppo secco ed asciutto si rivela infatti dannoso, potendo provocare disidratazione, secchezza delle muscose, mal di gola e problemi nella respirazione. Il giusto tasso di umidità nell’aria – tale da assicurare il benessere degli individui e degli ambienti in cui si vive – dovrebbe, al riguardo, essere contenuto tra il 40% ed il 50%.
Deumidificatore: caratteristiche e funzionamento
Abbiamo or ora visto come il deumidificatore risponda all’esigenza di ridurre il grado di umidità presente in ambiente chiusi, esigenza, questa, che può trarre origine da diversi fattori, in primo luogo l’igiene e la salubrità dell’ambiente stesso. Prima di occuparci – di qui a poco – di questo aspetto, è bene illustrare le caratteristiche di questo valido elettrodomestico.
Generalmente poco ingombrante, e portatile – così da poter essere agevolmente trasportato all’interno della propria abitazione – il deumidificatore ha dimensioni non eccessive, generalmente una base di 40 cm ed una profondità di 30 cm. Misure, queste, che ovviamente possono mutare in base a svariati fattori, così come le forme, anche se, nella maggior parte dei casi, si è in presenza di apparecchi dalla forma cubica o di quella di un parallelepipedo rettangolare. 5 sono gli elementi fondamentali che compongono un deumidificatore: il motore, il circuito frigorifero in cui circola il gas, l’evaporatore tramite il quale viene reimmessa l’aria nell’ambiente, la ventola, ed il gas refrigerante.
E giungiamo al funzionamento di questo utile apparecchio, funzionamento assai semplice e dall’effetto subitaneo. Con la capacità di “estrarre” la frazione di acqua presente nell’aria sotto forma di vapore acqueo – l’umidità appunto, come abbiamo visto – il deumidificatore comincia ad aspirare l’aria, per poi spingerla all’interno tramite la ventola verso una serpentina di raffreddamento, che opera attraverso il gas refrigerante. In tal modo, per effetto della differenza di temperatura – tra il gas che entra in contatto con l’aria e l’aria presente nell’ambiente – il vapore acqueo esistente nell’aria si condensa, e l’acqua che ne risulta viene raccolta in un serbatoio o in una vaschetta da svuotare nel momento del totale riempimento. A questo punto, l’aria catturata dal gas e privata dell’umidità viene reintrodotta nell’ambiente “ripulita” e “rinnovata”. E ciò senza incidere sulla temperatura. Come vedremo meglio in seguito, infatti, il deumidificatore non raffredda né riscalda l’aria, differenziandosi dunque dal condizionatore e dal termoventilatore: il suo unico obiettivo, come sottolineato, è unicamente quello di rendere l’aria più secca, eliminando l’umidità.
Perché acquistarlo? I vantaggi
Valido alleato sia in estate che in inverno, il deumidificatore è di aiuto nel mantenere un clima sano ed asciutto in casa. E ciò su più livelli: vediamo insieme quali.
È risaputo che un eccessivo livello di umidità rappresenti terreno fertile per il proliferare di agenti patogeni, quali acari, batteri e funghi, che si servono essenzialmente dell’acqua come vettore di trasporto. Un consistente livello d’acqua nell’ambiente, inoltre, causa deterioramenti nei materiali adoperati nelle costruzioni e negli arredi, come il legno o i tessuti. Si pensi, a titolo esemplificativo, a quelle antiestetiche macchie scure che si formano talora sulle pareti, negli angoli delle camere, oppure all’intonaco che comincia a sgretolarsi.
Da ultimo – ma non nella scala di importanza – va sottolineato che un elevato tasso di umidità è sovente causa di disagio fisico e respiratorio, per via della maggiore difficoltà traspirante della pelle. Umidità, dunque, dannosa non solo per mobili e rivestimenti, ma anche per la salute – da preservare e tutelare assolutamente – in quanto facilita l’insorgenza di raffreddori, allergie, asma, dolori reumatici ed articolari.
L’importanza e la necessità di ridurre il contenuto di umidità si palesa non solo nella stagione estiva ma anche in quella invernale. Durante la prima, il deumidificatore risulta di estrema utilità per contrastare l’afa: la deumidificazione, difatti, migliora la resistenza dell’individuo al caldo, poiché agevola i meccanismi di autoregolazione della temperatura. In pratica, il deumidificatore riduce la temperatura percepita, con la conseguenza di una riduzione dei malesseri.
In inverno, invece, l’apparecchio in esame si rivela particolarmente utile per combattere quel freddo umido tipico delle abitazioni isolate male oppure poco esposte al sole. Ridurre il tasso di umidità degli ambienti permette di percepire in misura minore le basse temperature e di evitare situazioni di condensa sulle superfici interne della casa.
Ed ancora, il deumidificatore, sempre in questa stagione dell’anno, funge da efficiente e rapido asciuga-biancheria, risultando di estremo aiuto soprattutto in quelle zone particolarmente “impregnate” di polveri e di gas di scarico, che andrebbero a depositarsi sui tessuti. Ma l’utilità del deumidificatore si riscontra anche in contesti non così “congestionati”, laddove evita lo spostamento di stenditoi, alla continua ricerca di un spicchio di sole, o la “giacenza” degli stessi in giro per la casa, nell’attesa che il bucato si asciughi.
Tanti ed indubbi, quindi, i vantaggi arrecati dal deumidificatore, testé esposti, a cui se ne va ad aggiungere un altro – su cui spesso non ci si sofferma – che si sostanzia nel cosiddetto “effetto collaterale”: quello di rendere più pulita l’aria negli ambienti dove è posizionato. In generale, infatti, il principio di funzionamento dell’apparecchio in esame fa sì che esso rimuova dall’aria i cattivi odori, conseguenza dello sviluppo di muffe e batteri.
E detto “effetto collaterale” risponde anche indirettamente alla domanda che ci si potrebbe porre – se cioè il deumidificatore possa fare male – proprio alla luce della purificazione dell’aria domestica che va a realizzare.
Ultimo vantaggio – che sarà poi ripreso nel paragrafo seguente – riguarda il contenimento dei costi, sia in merito al prezzo di acquisto che ai consumi energetici durante l’utilizzo.
Deumidificatore o condizionatore?
Deumidificatore e condizionatore non sono la stessa cosa, ed allo scopo di evitare equivoci o confusioni, è il caso di sottolineare le dovute differenze, differenze a cui andranno ad aggiungersi i rispettivi pro e contro, essenziali in vista di un eventuale acquisto dell’uno o dell’altro prodotto.
Contrariamente al condizionatore, il deumidificatore non raffredda né riscalda l’aria circostante, ma ha come unico obiettivo quello di ridurre l’eccesso di umidità: proprio per questo motivo non agisce direttamente sulla temperatura dell’ambiente, ma solo su quella percepita. A titolo esemplificativo, se la temperatura è di 30°C e l’umidità è del 50%, si percepirà un calore pari a 31°C.
Molti condizionatori presenti sul mercato – i climatizzatori – sono forniti anche dell’apposita funzione di deumidificazione, sostituendo dunque completamente l’apparecchio oggetto di questa trattazione. Se si dispone di un impianto di aria condizionata, con molta probabilità si disporrà anche della relativa funzione di rimozione dell’umidità.
Se però non si è in possesso di un condizionatore, potrebbe essere utile valutare l’acquisto di un deumidificatore. È sì vero infatti che il primo abbassa la temperatura, ma non è salutare esporsi troppo a lungo all’aria fredda, così come non sono salutari gli sbalzi climatici. Il secondo, invece, è un ottimo alleato sia in estate che in inverno – come precedentemente evidenziato – che contribuisce a mantenere un clima sano ed asciutto nella propria abitazione. E, aspetto non da poco, comporta spese e consumi inferiori rispetto al condizionatore.
Detto questo, verso quale apparecchio orientare il proprio acquisto? La scelta è del tutto personale, dipendendo dai propri bisogni, dalla tipologia di ambiente in cui collocare il dispositivo, e specialmente dall’utilizzo al quale destinarlo. Il deumidificatore è consigliato se il principale problema, sia d’estate che d’inverno, è rappresentato dall’umidità, ad esempio se si risiede vicino al mare o ad un fiume – ove c’è molto vapore acqueo – oppure in una zona particolarmente umida, collocata al piano terra o mal isolata. In questi casi, il prodotto in esame si rivela la scelta più vantaggiosa, perché può essere adoperato per tutto l’anno, consuma meno ed evita possibili danni muscolari o articolari provocati dall’eccessivo freddo del climatizzatore, qualora quest’ultimo venga utilizzato in maniera sbagliata.
È da preferire invece il condizionatore se ci si trova in presenza di un ambiente generalmente secco e si necessita di un’efficace soluzione per far scendere in modo rapido la temperatura.
Le differenze tra deumidificatore, purificatore e umidificatore
Una volta sottolineate le differenze tra il deumidificatore ed il condizionatore, è opportuno mettere in risalto anche quelle esistenti con altri due apparecchi: il purificatore e l’umidificatore.
Il purificatore è un apparecchio che serve come filtro per rimuovere dall’aria degli ambienti delle proprie abitazioni i particolati presenti nelle città e nelle aree ad alto tasso di inquinamento. Con la conseguenza di un’aria più salubre, a tutto vantaggio della propria salute. Generalmente il sistema di filtraggio è formato da tre componenti: un pre-filtro che trattiene le maggiori impurità, un filtro Hepa o elettrostatico indicato per le particelle più piccole, ed un filtro a carboni attivi che elimina i cattivi odori.
Da collocare preferibilmente nell’ambiente in cui si concentra in misura maggiore la polvere, il purificatore si rivela un ottimo investimento, specie se in casa ci sono bambini piccoli o soggetti allergici. Non ha però effetto sull’umidità, e qui si evidenzia la differenza sostanziale con il deumidificatore.
L’umidificatore, invece, costituisce l’esatto contrario del deumidificatore, poiché serve ad arricchire l’aria di umidità, qualora questa fosse troppo secca. Situazione che si verifica in particolar modo durante la stagione invernale, nelle zone molto fredde, ove i termosifoni sono accesi tutta la giornata ed i balconi e le finestre chiusi per diverse ore. E, situazione, che può ripercuotersi negativamente sull’organismo, contribuendo a congestioni nasali, mal di gola e secchezza delle vie respiratorie.
Apparecchio capace di emettere vapore acqueo, l’umidificatore può essere a vapore freddo oppure caldo. I modelli appartenenti alla prima tipologia riscaldano l’acqua racchiusa nel serbatoio fino a 100°C, per poi rilasciarla sotto forma di vapore acqueo; quelli appartenenti alla seconda, invece, funzionano ad ultrasuoni, e nebulizzano l’acqua per effetto di vibrazioni ad altissima frequenza, sino a dare vita a particelle che si diffondono uniformemente.
Variante dell’umidificatore, poi, ma di dimensioni molto più piccole, è il diffusore di oli essenziali, un mini-dispositivo che oltre ad umidificare gli ambienti della propria abitazione, sparge nell’aria piacevoli aromi che favoriscono il benessere mentale ed il relax.
Come scegliere un deumidificatore: i parametri a cui fare riferimento
Quello del deumidificatore è un acquisto “importante”, che, in quanto tale, merita la dovuta attenzione. Bisognerà infatti tener presente che ci accompagnerà (si spera!) per molto tempo, e sarà visibile, dunque è il caso che sia discreto e fine. Ma, design a parte, ciò che conterà più di ogni cosa sarà la sua efficacia e la bontà delle sue prestazioni.
La scelta dell’apparecchio in esame non può e non deve prescindere da alcuni fondamentali fattori, assai importanti perché l’apparecchio stesso possa adempiere in modo corretto alle sue funzioni e possa soddisfare completamente le esigenze dell’utente. Consideriamo detti fattori, singolarmente ed approfonditamente, nei paragrafi che seguono.
Tipologie
Il fattore tipologia assume un’importanza primaria nella scelta del deumidificatore da acquistare, in quanto indica i risultati che è possibile ottenere da questo apparecchio, specie a livello della metratura dell’ambiente e della quantità di umidità da esso eliminata.
È possibile distinguere due grandi categorie principali: i deumidificatori elettrici e i deumidificatori non elettrici (o a sali): mentre i primi adoperano l’energia elettrica per poter funzionare, i secondi sono totalmente indipendenti da fonti energetiche. Essi utilizzano infatti i principi chimico-fisici dei materiali che li costituiscono, attraverso i quali trattengono l’acqua ambientale, in base ad un processo che potrebbe definirsi “passivo”. Analizziamo nello specifico entrambe le tipologie di deumidificatori, cercando di fare un po’ di chiarezza.
- Tra loro differenti quanto a costi, consumi, proprietà e funzioni, i deumidificatori elettrici rendono per tal motivo la scelta di un modello piuttosto che di un altro complessa ed “imbarazzante”. Prima di procedere all’acquisto, sarà dunque opportuno vagliare le effettive necessità, considerando innanzitutto il locale al quale l’apparecchio è destinato: per una piccola stanza, ad esempio, sarà sufficiente un deumidificatore più “modesto”, laddove invece un magazzino o un locale dall’ampia volumetria richiederà un apparecchio maggiormente professionale. Punto di forza rispetto ai deumidificatori non elettrici è la maggiore efficacia, dal momento che, sfruttando la corrente elettrica, possono, come è facilmente intuibile, fornire più prestazioni. Altro vantaggio è la durata, potenzialmente infinita, il che rende l’acquisto di un apparecchio di questa tipologia un investimento a lungo termine. In merito al tempo in cui il deumidificatore deve restare acceso, per poterlo stabilire, è necessario valutare tasso di umidità e grandezza dell’ambiente. Considerando che uno stato ottimale di umidità “fluttua” tra il 40% ed il 60%, bisogna riportare la temperatura interna a questi parametri. Fermo restando che nei primi giorni è consigliabile lasciare acceso il deumidificare anche 24 ore su 24, al fine di eliminare tutta l’umidità in eccedenza, per impostare lo stato ideale di umidità si adopera un umidostato, elettronico o manuale.
- I deumidificatori non elettrici (o a sali) possono avere diverse forme, consistendo in scatole/recipienti aventi l’aspetto di un parallelepipedo o di un cubo, oppure in sacchetti/cuscinetti, contenenti all’interno composti salini sotto forma di sottile graniglia con alta superficie di contatto con l’aria. Si tratta di un sistema estremamente semplice, silenzioso ed economico, ma proprio questa sua semplicità lo rende adatto per piccoli ambienti (10-12 metri quadri al massimo) ed utile al solo scopo di prevenire possibili danni. Il suo limite è, dunque, rappresentato dalla bassa capacità di lavoro, proprio perché adopera meccanismi di azione passivi, meno funzionali dei sistemi ad energia elettrica. Soggetti a saturazione, i sali vanno sostituiti nel momento in cui non sono più in grado di assorbire acqua, mettendo così in evidenza la scarsa autonomia che li caratterizza, limitata a circa 2-3 mesi. In commercio sono disponibili anche kit “fai da te” per realizzare un deumidificatore a sali con una spesa ancora più contenuta: è possibile anche dosare il quantitativo della miscela assorbente in relazione al quantitativo di umidità che è necessario eliminare o al livello di secchezza dell’aria che si intende raggiungere.
Portata
È un fattore decisivo da considerare prima di procedere all’acquisto di un deumidificatore, che si riferisce, nello specifico, all’insieme di determinate caratteristiche che individuano e definiscono le prestazioni dell’apparecchio in oggetto una volta in azione. Parliamo della capacità di deumidificazione posseduta dal deumidificatore, della quadratura che può coprire in maniera efficace, e della sua potenza con i relativi consumi.
- Capacità di deumidificazione. La capacità di lavoro – espressa anche in termini di capacità di deumidificazione – è la caratteristica principale da valutare nel momento in cui si procede all’acquisto di un deumidificatore elettrico. Essa si estrinseca in termini di litri d’acqua estraibili nell’unità di tempo (ora o giorni): maggiore sarà questo valore, maggiore sarà la capacità dell’apparecchio di far fronte ad elevati tassi di umidità ambientale. Ambienti particolarmente umidi richiederanno l’intervento di dispositivi di deumidificazione ad alta capacità, intorno ai 20-30L al giorno; ovviamente, detti dispositivi avranno un costo maggiore rispetto alla media, derivante dalla maggiore potenza ed efficienza che li contraddistingue.
- Dimensione dell’ambiente per cui il deumidificatore è adatto. È un valore che misura l’ampiezza dell’ambiente su cui l’apparecchio può lavorare, eliminando l’umidità in modo efficace e percepibile. Dato espresso per lo più in metri quadrati – partendo dal presupposto orientativo che l’altezza dell’ambiente da deumidificare sia di circa 2,50m – è fortemente legato alla capacità di deumidificazione poc’anzi esaminata: più un deumidificatore è potente, infatti, maggiore sarà la metratura che esso è in grado di coprire. Un’esatta corrispondenza tra spazio da deumidificare e capacità di lavoro dell’apparecchio è di fondamentale importanza, perché assicura il conseguimento degli obiettivi prefissati quanto alla riduzione dell’umidità ambientale, e contiene i consumi entro i margini strettamente necessari.
- Potenza e consumi. Quello dei consumi è un aspetto di importanza primaria, se si considera che il deumidificatore viene adoperato per cicli di funzionamento più o meno prolungati, rimanendo in casi estremi anche sempre attivo. Va tuttavia precisato al riguardo che l’apparecchio in oggetto funziona in modo continuo solo nella prima fase di deumidificazione – per portare alla percentuale desiderata il livello di umidità – procedendo poi “a intermittenza”, nel senso che l’assorbimento energetico si verifica ad intervalli più o meno regolari. Per tal motivo il consumo complessivo del deumidificatore è legato alla reale sommatoria dei cicli di funzionamento effettivo, e non alla sua durata di servizio. Ciò che è importante mettere in evidenza è che l’alto consumo di un deumidificatore deve essere motivato dalla sua altrettanto alta capacità di eliminazione dell’umidità dall’aria: in caso contrario, infatti, si correrebbe il rischio di acquistare un apparecchio che assorbe molta energia, senza essere garantiti da prestazioni soddisfacenti, che giustifichino – rendendolo più accettabile – il consumo prodotto. Dunque, quanto più si riduce la portata in termini di metratura e di capacità di deumidificazione, tanto più il wattaggio dovrebbe, in corrispondenza, diminuire. Concludiamo questo argomento sottolineando che la potenza del deumidificatore può variare da un minimo di 100 W (per i modelli di piccole dimensioni ed economici, indicati per spazi ridotti) sino ad un massimo di 600 W (per i modelli più innovativi e dal costo maggiore, progettati per grandi ambienti).
Funzioni
Dopo aver individuato la capacità di deumidificazione dell’apparecchio oggetto di questa trattazione – ovvero, come spiegato, la sua capacità di lavoro in relazione alle caratteristiche fisiche e di umidità dell’ambiente a cui è destinato – altro fattore importante da considerare prima di procedere all’acquisto è dato dalle funzioni dell’apparecchio stesso. Funzioni che rispondono alle particolari esigenze dell’utente, e che motivano anche un costo piuttosto che un altro.
A parità di potenza, in commercio esiste una vasta scelta di deumidificatori che, oltre alla principale funzione di riduzione dell’umidità, svolgono anche altre attività relative al trattamento dell’aria, come, a titolo esemplificativo, la purificazione o il riscaldamento, attività che ovviamente incidono sulla funzionalità dell’apparecchio considerata nel suo insieme e sulla sua praticità di utilizzo.
Cominciando dalla funzione di asciugatura della biancheria, va sottolineato che generalmente tutti i dispositivi appartenenti a questa categoria contribuiscono a “rendere secchi” gli abiti appena lavati; alcuni modelli, però, e nel dettaglio quelli di fascia medio-alta ed alta, possiedono una specifica funzione atta a velocizzare detto processo di asciugatura, attraverso una più potente deumidificazione, e/o mediante l’emissione di aria più calda, che va ad unirsi alla già efficiente azione di deumidificazione.
Un’altra funzione di cui un deumidificatore può essere dotato è quella relativa alla ionizzazione dell’aria: l’aria in uscita dall’apparecchio viene cioè arricchita con cariche negative (gli ioni, appunto) che, combinandosi alle particelle di polvere, pollini, fumo (solitamente cariche positivamente), danno vita a composti che vanno a depositarsi sulle superfici, anziché muoversi nell’aria. Prerogativa esclusiva dei modelli di fascia alta, detta funzione giova in particolar modo ai soggetti allergici.
Come illustrato precedentemente, il deumidificatore è un apparecchio che funge anche da purificatore dell’aria, perché capace di evitare la formazione di muffe e funghi, e di rimuovere polvere, pollini e allergeni dall’aria. C’è da dire, però, che un apparecchio fornito della funzione di ionizzatore igienizza l’aria in maniera molto più accurata rispetto ad uno che ne è sprovvisto.
Tra le altre funzioni di cui un deumidificatore può essere fornito, citiamo il blocco della tastiera (in caso di presenza di bambini in casa), la possibilità di impostare differenti livelli di velocità di deumidificazione, l’autospegnimento dell’apparecchio nel momento in cui la tanica interna per la raccolta dell’acqua si riempie al massimo. Alcuni deumidificatori, infine, hanno comandi e display digitali, mentre altri tradizionali ghiere o pulsanti manuali.
Praticità
Nella scelta di un deumidificatore gioca un ruolo di primo piano anche il fattore praticità, di aiuto per evitare un acquisto inopportuno o che lasci insoddisfatti. Detto fattore si estrinseca in alcune caratteristiche che contribuiscono a semplificare l’utilizzo del deumidificatore stesso: la manutenzione, la rumorosità, la tipologia di scarico, il timer programmabile.
- Manutenzione. L’argomento sarà trattato in maniera esaustiva nel paragrafo di competenza. Ciò che invece preme mettere ora in evidenza è la necessità di assicurarsi che detta operazione risulti il più confortevole possibile: il deumidificatore, difatti, è un apparecchio adoperato con una certa costanza, specie in determinati periodi dell’anno, che richiede, proprio per tal motivo, cura e “conservazione” da parte dell’utente.
- Rumorosità. È un fattore a cui prestare molta attenzione, alla luce del fatto che molti deumidificatori sono destinati a funzionare anche durante la notte: se l’appartamento non consente un isolamento acustico, questa caratteristica può tradursi in un vero e proprio disturbo. L’emissione acustica dell’apparecchio in esame è espressa in decibel, e l’intervallo che caratterizza i modelli attualmente disponibili in commercio va da 36/38 dB ad un massimo di circa 50 dB. È molto importante considerare il fattore rumorosità in funzione del tipo di utilizzo che si intende fare del proprio deumidificatore, utilizzo che dovrà contemplare non solo la fascia oraria di funzionamento, ma anche il luogo di collocazione: un apparecchio rumoroso collocato in cantina, ad esempio, arrecherà minor fastidio di uno rumoroso adibito alla cucina o alla camera da letto.
- Tipologia di scarico. Nell’ambito del discorso relativo alla praticità d’uso del deumidificatore, un aspetto di primaria importanza riguarda la tipologia di scarico dell’acqua di condensa. Quando rimuove il vapore acqueo dall’aria, l’apparecchio in oggetto accumula nel corso del tempo una determinata quantità di liquido che deposita temporaneamente nell’apposito contenitore. La capacità del contenitore indica anche l’autonomia di funzionamento, con la conseguenza che contenitori di dimensioni troppo piccole obbligheranno l’utente a ripetute operazioni di svuotamento. E a spegnimenti e riavvii dell’apparecchio. Se il deumidificatore verrà posto in un ambiente particolarmente umido da solo e per molto tempo, è preferibile orientare il proprio acquisto verso modelli dall’alta capacità di accumulo, oppure predisposti in modo tale da consentire lo scarico esterno, diretto e continuo. In questo secondo caso, l’acqua di condensa verrà riversata in un eventuale scarico a pavimento già esistente, oppure all’interno di un contenitore di dimensioni maggiori, all’uopo disposto dall’utente accanto al deumidificatore. Il collegamento tra deumidificatore e scarico esterno è solitamente garantito da un tubicino flessibile, a cui è possibile eventualmente aggiungere una prolunga per allontanare il punto di fuoriuscita dell’acqua. Attenzione, però: detto tubicino deve essere pulito internamente con costanza e regolarità, onde evitare la formazione di tappi causati da muffe o insetti. Situazione, questa, che comprometterebbe il normale funzionamento del dispositivo in esame, esponendo il piano di appoggio a possibili allagamenti.
- Timer programmabile. Rappresenta un indubbio vantaggio, in particolar modo se si ha bisogno di elevate deumidificazioni o si trascorre molto tempo fuori casa: il timer programmabile, difatti, consente di impostare una o più fasce della giornata in cui l’apparecchio si azionerà in modo automatico, caratteristica, questa, che risulta di estrema utilità perché evita all’utente l’impegno di ricordare di accendere o spegnere l’apparecchio stesso. Un’utilità che si riscontra anche dal punto di vista economico, poiché evitando di lasciare in funzione il deumidificatore più del tempo necessario, si evita al tempo stesso un eccessivo consumo energetico .
Dimensioni e design
Anche se apparentemente potrebbero sembrare fattori di importanza marginale, le dimensioni e il design di un deumidificatore assumono un ruolo di tutto rispetto al momento della scelta, e ciò perché proprio in base a detti fattori è possibile orientarsi verso un modello piuttosto che verso un altro, effettuando un acquisto ponderato e soprattutto giusto, rapportato a quelle che sono le proprie esigenze. Sia che si prediliga un apparecchio fisso, sia che si scelga invece uno trasportabile, vanno in ogni caso tenute presenti alcune piccole “regole”, che vediamo ora insieme.
Altezza e larghezza del deumidificatore sono indubbiamente il primo aspetto da considerare, al fine di valutarne l’ingombro, ma anche il peso è un elemento da tener presente, nel caso in cui si desideri spostare il dispositivo da un ambiente all’altro della propria casa: un peso, dunque, che deve risultare non eccessivo, per rendere le eventuali predette operazioni di spostamento agevoli e non difficoltose. Al riguardo, è opportuno verificare, al momento dell’acquisto, che il deumidificatore sia fornito di maniglie che possano assicurare una buona presa durante il trasporto, e di rotelle che semplifichino maggiormente questa operazione.
Se invece la propria scelta – dipendente da motivi di spazio o da personali preferenze – è rivolta ad un modello da fissare alla parete, bisognerà accertarsi che detto modello sia fornito degli appositi ganci, oltre ad avere un peso giusto per questa tipologia di collocazione.
In merito al design – altro parametro valutativo, come poc’anzi anticipato – va sottolineato che anche stile, forma e colore del deumidificatore influenzano la scelta di un modello piuttosto che di un altro. E ciò in quanto detto apparecchio è sovente collocato nel salone o in cucina, o ancora in ufficio, dunque in ambienti “ben esposti” e visibili, ragion per cui non è sbagliato affidarsi, nell’acquisto, a quelli che sono i propri gusti personali, o a quelle che sono le “linee” della propria abitazione. Per creare armonia e “continuità” con il resto dell’arredamento ed evitare elementi di contrasto.
Altri fattori da considerare nella scelta
Quelli appena considerati sono i parametri da prendere in considerazione al momento dell’acquisto di un deumidificatore, essenziali, come sottolineato, perché l’acquisto stesso sia soddisfacente per le proprie esigenze. Ma esistono altri fattori di cui tenere conto? Nella fattispecie, materiali, marca e prezzo hanno il loro “peso” al momento della scelta da operare?
In merito ai materiali, bisogna fare una distinzione tra deumidificatori elettrici e non. Per i primi, va sottolineato che generalmente i modelli disponibili in commercio sono costituiti da leghe tra loro simili: ciò che sarà da controllare riguarderà in particolar modo la solidità delle plastiche adoperate, soprattutto per quanto concerne l’esterno dell’apparecchio, che, alla lunga, potrebbe deteriorarsi. Per quanto concerne invece i deumidificatori non elettrici, che adoperano le proprietà naturali di sali ed altre sostanze, bisognerà invece verificare che siano realmente composti da elementi dall’elevato potere di assorbimento dell’acqua.
Soffermandoci ora sul fattore “marca”, basterà dare un rapido sguardo per rendersi conto che sono tanti i brand dedicati all’apparecchio oggetto di questa trattazione, la qual cosa potrebbe rendere arduo l’acquisto e generare confusione. C’è da dire, tuttavia, che non è tanto importante scegliere una determinata marca piuttosto che un’altra, quanto invece orientarsi verso nomi conosciuti ed affidabili, garanzia di un prodotto funzionale, sicuro e di qualità. Discorso, questo, che ha la sua importanza anche nella nell’ottica di una possibile riparazione o sostituzione di un pezzo del dispositivo acquistato, o di una qualsiasi altra evenienza che richieda la necessità di contattare il servizio clienti.
E giungiamo al prezzo, fattore che assume la sua importanza al momento dell’acquisto, ai fini dell’utilizzo al quale sarà destinato il deumidificatore. Si va generalmente da 100 Euro circa a cifre superiori ai 300 Euro circa, ma non necessariamente un prezzo inferiore indica una qualità inferiore del prodotto. La differenza, invece, risiede nella tipologia e nelle caratteristiche dell’apparecchio stesso: così, a titolo esemplificativo, deumidificatori più economici avranno una capacità di deumidificazione minore e funzioni specifiche ed extra limitate nel numero. Discorso a sé stante, invece, è quello relativo ai deumidificatori non elettrici, dai costi più contenuti, ma idonei, come sottolineato precedentemente, solamente per determinati tipi di ambienti.
Modelli ad incasso e portatili
Nel paragrafo dedicato ai criteri a cui fare riferimento nella scelta di un deumidificatore, abbiamo diviso gli apparecchi appartenenti a questa tipologia in due grandi categorie principali: i deumidificatori elettrici, il cui funzionamento si fonda sull’energia elettrica, ed i deumidificatori non elettrici (o a sali), totalmente indipendenti da fonti energetiche.
Un’altra importante distinzione è quella tra deumidificatori ad incasso e deumidificatori portatili, distinzione che si basa sul fatto che i primi sono destinati a rimanere nell’ambiente in cui sono installati, mentre i secondi possono essere trasportati da un luogo all’altro dell’abitazione secondo le proprie personali esigenze. Vediamoli nel dettaglio.
- Deumidificatori ad incasso. Ritenuti migliori quanto al rapporto consumo-prestazione, hanno un costo superiore, ma vantano maggiori caratteristiche: sono, ad esempio, in grado di asciugare il bucato in breve tempo, specie durante la stagione invernale. Prima di procedere all’acquisto di un modello di tale tipologia, si suggerisce di interpellare un esperto del settore, che farà un sopralluogo nell’ambiente in cui è prevista l’installazione, fornendo eventuali consigli per assicurare la migliore efficienza del deumidificatore.
- Deumidificatori portatili. Come poc’anzi anticipato, sono quegli apparecchi che possono essere trasportati da un luogo all’altro della propria abitazione, e vanno preferiti qualora si pensi di farne un uso limitato. Fornito, di regola, di un contenitore ove confluisce l’acqua raccolta durante la deumidificazione, il deumidificatore portatile può essere anche dotato di un sistema di autospegnimento, che si attiva nel momento in cui l’acqua stessa ha raggiunto i massimi livelli all’interno del serbatoio. Collocato in bagno, il dispositivo in esame risulterà di grande aiuto nell’asciugare il bucato in minor tempo.
Dove collocare un deumidificatore
Generalmente un deumidificatore (ci si riferisce a quello portatile) va collocato nella parte centrale del luogo che si intende deumidificare, e quindi, il salotto, ad esempio, ma anche la camera da letto, qualora sia necessario migliorare la respirazione, o ancora la cantina, per prevenire la formazione di muffe. Se si ha l’abitudine di stendere in casa la biancheria bagnata, l’apparecchio andrà posizionato nell’ambiente in cui si trova detta biancheria, che si asciugherà in tempi più brevi.
Non vi sono, dunque, particolari limitazioni in merito al “dove” disporre il deumidificatore: va tuttavia considerato che se si opta per un modello con il tubo esterno per il drenaggio – alternativa, questa, a quello manuale di scarico della tanica – il punto da preferire è quello situato nei pressi di una finestra (ed in tal caso andrà effettuato un foro su uno dei vetri), oppure di un punto che consenta di collegare il tubo del deumidificatore verso l’esterno.
Come ridurre l’umidità
L’aver illustrato i parametri valutativi a cui fare riferimento nella scelta di un deumidificatore, così come i diversi tipi disponibili in commercio, mette l’utente interessato in condizione di effettuare il proprio acquisto. Ma, nell’attesa che l’apparecchio in oggetto venga introdotto in casa, come far fronte all’umidità? Qui di seguito suggeriamo alcuni piccoli rimedi che possono rivelarsi molto utili per ridurre il livello di umidità nell’aria.
Innanzitutto, per evitare un eccesso di vapore acqueo, è preferibile limitare la durata la doccia, e, in ogni caso, dopo averla utilizzata, si consiglia di aprire le finestre, al fine di cacciar via l’umidità. Quando si cucina, il suggerimento è quello di coprire le pentole con i coperchi, per impedire che l’umidità si diffonda in tutto l’ambiente. E sarebbe opportuno far asciugare il bucato all’esterno, ma se si ha l’abitudine di portarlo dentro casa, è bene aprire i balconi e/o le finestre una volta che lo stesso è asciutto.
Anche la ventilazione dell’ambiente è di primaria importanza, poiché un locale areato non adeguatamente – a causa di doppi vetri o dell’isolamento dell’edificio – è terreno fertile per l’umidità. Se invece la causa dell’umidità è da ascrivere ad un’infiltrazione d’acqua, è necessario risolvere il problema riparando immediatamente la parete, avvalendosi di un professionista se non si è in grado di procedere in maniera autonoma.
Manutenzione
È un’operazione di fondamentale importanza – ma tutt’altro che difficile – consistente in una profonda pulizia da compiersi due volte l’anno, prima e dopo il periodo di effettivo utilizzo del deumidificatore.
Prima di trattare l’argomento nel merito, è opportuno sottolineare alcuni punti, che per quanto possano sembrare ovvi ed intuitivi, meritano una breve menzione.
Innanzitutto, prima di effettuare qualsiasi intervento al deumidificatore, bisogna accertarsi che la spina sia scollegata dalla presa di corrente. In secondo luogo, in presenza di lunghi periodi di inutilizzo, e di conseguente inattività dell’apparecchio, è buona norma assicurarsi che sia pulito ed asciutto, proteggerlo dalla polvere con della plastica e porlo al riparo dalla luce diretta del sole. Da ultimo, è bene ricordare che un deumidificatore va sempre tenuto nella sua posizione naturale, ossia in verticale: in caso di ribaltamenti, verificabili ad esempio durante il trasporto, il dispositivo andrà tenuto in verticale per almeno 24 ore prima di adoperarlo, e ciò perché il gas contenuto nella serpentina dello stesso abbia il tempo di depositarsi in modo corretto.
Fatta questa breve premessa, consideriamo ora, nello specifico, la pulizia del deumidificatore, pulizia che “passa” attraverso 3 parti principali, che illustriamo qui di seguito.
- Pulizia del serbatoio. Il serbatoio va svuotato ogni volta che è pieno, in caso contrario il deumidificatore smette automaticamente di funzionare. Attenzione, però: pulire il serbatoio non significa solo svuotarlo, ma anche lavarlo, adoperando acqua tiepida e sapone, o, in caso di calcare, acqua ed aceto (un ottimo decalcificante naturale). Si sconsiglia comunque l’uso di sostanze aggressive e di spugne abrasive. In caso di un prolungato periodo di inutilizzo, è bene svuotare e pulire con cura l’apparecchio.
- Pulizia dei filtri. È un’operazione estremamente semplice, poiché basta rimuovere il filtro per l’aria del deumidificatore e sciacquarlo sotto l’acqua corrente, filtro che prima di essere collocato nuovamente nell’apparecchio, dovrà essere ben asciutto. Se si desidera effettuare una pulizia in modo veloce, è possibile adoperare l’aspirapolvere. In caso di filtri specifici – tipici di alcuni apparecchi – per la pulizia degli stessi andranno seguite attentamente le istruzioni, di solito elencate nel libretto di manutenzione.
- Pulizia esterna del deumidificatore. Tra tutte le operazioni di manutenzione del dispositivo in oggetto, è la più comune ed anche la più facile, in quanto va effettuata utilizzando esclusivamente un panno asciutto o un panno umido. Va solo prestata un po’di attenzione per evitare che l’acqua si introduca all’interno delle diverse bocchette del deumidificatore: in tal caso, infatti, verrebbe compresso il funzionamento del deumidificatore stesso.
Consigli per un corretto utilizzo
Dopo aver dipanato la tematica relativa al deumidificatore nei suoi molteplici aspetti – tutti essenziali ai fini di una scelta attenta e rispondente alle proprie esigenze, come più volte sottolineato – concludiamo la trattazione fornendo alcuni consigli per un corretto utilizzo dell’apparecchio in oggetto, soffermandoci poi, nel paragrafo che seguirà, sulla procedura da seguire qualora sorgesse il desiderio di cimentarsi in un “progetto fai da te”.
- Calcolare lo stato di umidità. Abbiamo già messo in evidenza come un deumidificatore vada acquistato in relazione alla quadratura dell’ambiente da cui si intende prelevare l’umidità. Il mercato mette a disposizione diverse tipologie di modelli, sia di piccole, che di medie, che di grandi dimensioni, tutti forniti di un dispositivo di regolazione minima e massima.
- Tenere l’apparecchio lontano dalle pareti. Perché il deumidificatore funzioni in modo corretto, è necessario che lo stesso sia allontanato dalle pareti e collocato al centro dell’ambiente di interesse, onde evitare che possa assorbire acqua in modo non uniforme, cioè solo su un lato. Generalmente la capacità della vaschetta in cui è raccolta l’acqua è di 5L: in caso di umidità eccessiva, si suggerisce, al riguardo, di realizzare uno scarico diretto verso un lavabo o verso la fogna, adoperando l’apposita bacchetta posta alla base, a cui si aggiunge un tubo flessibile.
- Chiudere gli ambienti. Per ottenere risultati ottimali, permettendo dunque al deumidificatore di prelevare il maggior quantitativo di umidità possibile esistente in un ambiente, è opportuno tenere l’ambiente stesso chiuso, in particolar modo durante la stagione invernale. E ciò perché l’aria fredda proveniente dall’esterno ghiaccia la serpentina situata sul retro del dispositivo. Il rischio? Quello di provocare crepe o rotture irrimediabili, o il mancato scatto del dispositivo di interruzione nel momento in cui la vaschetta che raccoglie l’acqua diventa satura.
- Svuotare il deumidificatore una volta pieno. Dopo l’uso, il deumidificatore va svuotato, per evitare che il relè, in posizione di blocco, ostacoli un nuovo prelievo d’acqua. Tra l’altro va evidenziato che l’acqua raccolta nell’apposita vaschetta, essendo priva di calcare, è ideale per il ferro da stiro, per cui è necessario tenerla sempre pulita al fine di poterla riutilizzare.
- Pulire frequentemente il deumidificatore. Un altro importante consiglio relativo ad un corretto utilizzo del deumidificatore riguarda la sua pulizia, per la quale si rimanda al precedente paragrafo, dedicato alla manutenzione di questo apparecchio. Qui mettiamo in rilievo che una costante pulizia si rende necessaria in considerazione del fatto che la vaschetta piena d’acqua potrebbe divenire terreno fertile per moscerini o per larve di difficile rimozione. Anche la serpentina, che serve ad attirare l’umidità dall’ambiente, andrebbe regolarmente pulita, adoperando un panno ma non sostanze detergenti: si consiglia, al riguardo, di effettuare detta operazione almeno una volta alla settimana, per evitare ossidazioni e formazioni di ruggine.
Come creare un deumidificatore fai da te
Nel corso di questa trattazione abbiamo evidenziato come una soluzione molto utile per ridurre il grado di umidità presente nelle stanze della propria casa sia costituita dal deumidificatore, apparecchio, come visto, disponibile in commercio in vari modelli. E se si volesse, invece, evitare di effettuare un acquisto, ricorrendo ad un progetto “handmade”, nella comodità delle proprie pareti domestiche? Vediamo allora come procedere.
L’occorrente, a tale scopo, è il seguente: un calzino, 300 gr di cloruro di calcio, un recipiente di plastica o una pentola di grandi dimensioni, un listello di legno.
Reperibile in drogherie o nei centri di bricolage, il cloruro di calcio è il sale di calcio dell’acido cloridrico; si presenta sotto forma di una polvere cristallina bianca ed ha la caratteristica di essere molto igroscopico, ossia capace di assorbire le molecole di acqua presente nell’ambiente. Proprio per questo motivo può essere adoperato per deumidificare le stanze di un appartamento, risultando, dunque, un elemento indispensabile per la creazione di un deumidificatore.
Una volta acquistato, il cloruro di calcio va messo all’interno di un comune calzino da uomo, annodato nella parte superiore. Detto calzino va poi fissato ad un listello di legno, che si appoggerà ad un contenitore o ad una pentola: il calzino deve pendere dal predetto listello e gocciolare all’interno del contenitore. Se si lascia il calzino con il cloruro di calcio appeso per tutta la notte, la mattina seguente, in presenza di ambiente assai umido, si troverà molta acqua sul fondo del recipiente: ciò in quanto il cloruro di calcio “imprigiona” tutta l’umidità presente nell’aria, che per traboccamento attraverso la calza si deposita sul fondo del recipiente.
Avvalendosi di questo sistema, ed utilizzando un igrometro (strumento che misura il rapporto tra l’umidità assoluta e l’umidità di saturazione, cioè, in altri termini, la quantità di vapore acqueo massima presente ad una determinata pressione e temperatura), è possibile constatare un’effettiva riduzione dell’umidità: unica accortezza, una volta al mese, è quella di cambiare il cloruro dal calzino, per mantenerlo sempre attivo contro l’umidità stessa.
Migliori deumidificatori di Novembre 2024
Creativa e fantasiosa, ma anche riflessiva e determinata. Laureata in Giurisprudenza “atipica”, seguo e coltivo i miei sogni e le mie effettive ambizioni, emersi preponderatamente. Appassionata di scrittura e “curiosa” di ogni piccola grande novità tecnologica, fornisco agli utenti utili consigli in merito a prodotti che possono semplificare, migliorandola, la vita di tutti i giorni. Per un aiuto in quella che è la scelta più rispondente alle proprie esigenze.